La meraviglia archeologica dei Moeraki Boulders sulla costa sud-orientale dell’Isola del Sud in Nuova Zelanda è un sorprendente scenario insolito associato a numerose leggende dalla popolazione aborigena dei Maori. Più di una cinquantina di enormi sfere di pietra di colore grigio del diametro massimo di oltre 2 metri e del peso di diverse tonnellate, denominate Moeraki Boulders, sono disseminate isolate o in gruppo lungo un tratto di spiaggia di Koekohe, tra il piccolo villaggio di pescatori Moeraki e l’insediamento rurale di Hampden nella regione di Otago.
Protetti per legge con una serie di divieti (danneggiamenti, rimozione, campeggio, ecc.) i Moeraki Boulders sono formati da fango e depositi sedimentari sottomarini accumulati nel corso di 65 milioni di anni, con la componente rocciosa interrotta da grandi crepe irradianti dal centro del masso verso l’esterno, per lo più riempite da uno strato di calcite marrone e in seguito giallastra. Sollevati dal fondale marino circa 15 milioni di anni fa, i massi sono venuti alla luce in seguito all’erosione costiera delle onde che si infrangono, al vento e alla pioggia, tanto è vero che erano più numerosi di ora nelle prime descrizioni di metà ’800.
Provenendo da Oamaru (a 40 km) e da Dunedin (a 75 km), Moeraki è facilmente raggiungibile in automobile seguendo la panoramica State Highway 1 rispettivamente da nord e da sud. Ai Moeraki Boulders si arriva a piedi da due punti segnalati: in una decina di minuti lungo la spiaggia dal parcheggio della riserva di Milford Sound o da una brevissima pista ciclabile che consente una visuale dei massi dall’alto, che comunque risulta comunque migliore dalla piattaforma panoramica, a pochi minuti a piedi attraverso la foresta.